Recuperare Villa Tittoni attraverso un progetto che potesse attribuire allo spazio nuove funzioni.
“Il restauro ha posto il team di progettazione di fronte a scelte difficili per individuare una migliore ri-attualizzazione della villa stessa - spiega l’architetto Roberto Copreni, professore al Politecnico di Milano in architettura ambientale - si era consapevoli che non era possibile riportare alla luce solo “il corpo” ma bisognava anche restaurare “un’anima”, inserendo nuove funzioni di cui la città sentiva il bisogno senza però costruire nuovi edifici con conseguente consumo di territorio. Una sorta di ecologia funzionale.
Tema difficile in quanto il progetto poneva come vincolo il fatto che il contenitore di queste nuove funzioni fosse vincolato dalla Sovraintendenza alle Belle Arti e pertanto non modificabile.
Per cui non si è scelto un metodo progettuale che delimitava gli spazi secondo le funzioni che si andavano a insediare, ma si sono ricercate quelle funzioni che si adattavano agli spazi esistenti, per non cadere nell’errore di altri restauri che, a seguito della mancanza di un programma funzionale, una volta restaurati sono tornati ad uno stato di degrado.
Una filosofia di salvaguardia ambientale che non considera solo il lato impiantistico ma l’intera logica dell’edificio”.
Temi cari all’architetto fin dai tempi della sua tesi di laurea. Come conciliare l’architettura dell’edificio progettato dal Piermarini nel 1776 con gli adattamenti necessari ad ospitare i nuovi servizi? “La scelta è stata di minimizzare l’impatto degli interventi lasciando la struttura il più possibile simile al suo aspetto originario, mantenendo l’immagine collettiva dell’edificio. “Un corpo” e “un’anima” non possono esistere se non hanno nutrimento.
Questo si è tradotto nell’individuazione di funzioni che contribuissero economicamente al mantenimento della Villa.
Da qui l’aggiunta di un ristoro, spazi per banchetti e conferenze e un ambiente teatro-musicale. Per permettere una più facile gestione, si sono raggruppate le funzioni analoghe rendendole compatibili in diversi corpi di fabbrica.”
Contatti: Laboratorio di architettura, via Luigi Mercantini 9, Cesano Maderno; www.labdarch.com
Manuela Stucchi
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mercoledì 10 settembre 2008
A Desio “nuova linfa” per Villa Tittoni
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