martedì 9 dicembre 2008
il nuovo centro dove un tempo c’era la filanda
Per anni Lambrugo è stata "il lavoro" a due passi da casa ad un tiro di schioppo dalla chiesa e dal Comune, sarà per questo che le alte volte e i camini dell'area "Gessner" sono diventati così familiari per gli abitanti del piccolo borgo della Brianza, quasi come il profilo delle Prealpi e le anse del fiume, il Lambro, che scorre proprio a due passi da qui.
Presente in paese dall'800, racchiusa in quel quadrivio tra via Volta e via Garibaldi che nei lustri si è trasformato ad uso e consumo della grande azienda, anche la Gessner ha fatto il suo corso e alcuni anni fa ha deciso di traslocare, liberando così il centro dalla sua rassicurante ma anche ingombrante presenza.
Uno spazio di miglia di metri cubi a due passi da un bellissimo monastero delle suore Benedettine datato 1200 (dove ha sede il Municipio e la biblioteca), la cui trasformazione ha rappresentato una bella sfida per lo studio "Micheli& Ballabio" di Lecco, ai quali la proprietà (Frigerio Appalti) ha affidato l'intervento.
Dopo mesi di studi e un'attenta ricerca storica dai resti della ex-tessitura è nato uno stupefacente centro residenziale "La filanda di Lambrugo", dove accanto all'estetica si è tenuto conto anche dei precetti della bioedilizia secondo i dettami stabiliti dal protocollo di Kyoto.
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Jannelli&Volpi: la carta da parati colora l’emozione
Il nostro cliente tipo? Una persona giovane, di solito sotto la quarantina, molto colto e aperto alle nuove tendenze, disposto a farsi suggestionare e soprattutto ad emozionarsi.
Riuscire a soddisfare i suoi bisogni diventa il nostro più grande stimolo e insieme la nostra più grande soddisfazione" Parola di Paola Jannelli deus ex machina dello Jannelli&Volpi Store, di via Melzo a Milano, uno spazio che si rivolge a tutti coloro che amano l’arredamento ed il design e vogliono vivere la casa a tutto tondo.
Aperto negli anni 70 lo show room nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento non solo per tutti quelli che ricercano le collezioni esclusive dell'omonima azienda leader nel settore delle carte da parati, forte delle sue collezioni di articoli provenienti dalle capitali del design internazionale, da Milano a Parigi, da Stoccolma a Barcellona, ma anche di chi è alla costante ricerca di oggetti da regalare e regalarsi che soddisfano il gusto del colore e della forma, del dettaglio e della qualità.
"All'inizio la nostra clientela era esclusivamente di architetti - prosegue la signora Paola - poi con il tempo e la decisione di ampliare la gamma dei prodotti esposti, abbiamo aperto ad un pubblico più eterogeneo. Personalmente trovo molto stimolante questo scambio continuo con i nostri clienti, i loro gusti e le loro suggestioni.
I nostri prodotti sono legati a filo doppio con il mondo dell'arte, ci sono artisti che collaborano con noi e la loro creatività spesso si concretizza nella creazione di linee esclusive.
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Palazzo delle arti: archeo - scultura nel cielo di milano
Il palazzo Montedison di Milano cambia pelle e diventa “Torre delle Arti”, grazie all’iniziativa del gruppo finanziario australiano Babcock&Brown che ha indetto un concorso tra diversi studi italiani.
A vincere il progettista Marco Casamonti dello studio Archea di Firenze che ha ideato un’edificio sorprendente, variamente articolato in altezza con grandi scanalature intermedie, una sorta di morphing tra la Torre Velasca e le fenditure verticali del grattacielo Pirelli.
Una vera e propria scultura in grado di rivoluzionare lo skyline della città.
Sono previsti quattro piani di parcheggi interrati, per un totale di 300 posti auto: lo sviluppo in altezza comprenderà un piano terra con funzioni miste (commerciali e residenziali), 22 piani di appartamenti, un ristorante al 23° piano e terrazze sul tetto, per un’altezza complessiva di 94 metri.
I rivestimenti verranno realizzati in pietra, mentre la superficie caratterizzata dalle scanalature sarà in cotto rivestito in lamina di oro giallo a 24 carati, in modo da rendere lucenti le fenditure che quindi divengono percepibili anche nella penombra notturna.
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Mollo tutto.. Quando la CITTA' ti va stretta, il rimedio è fuggire con CLASSE
in tempi in cui per avere successo bastava promettere la "casa dei sogni" sono finiti da un pezzo, adesso "finiture di pregio" e "posizione esclusiva" da sole non bastano più, occorre andare oltre e fare quello che fino a poco tempo fa sarebbe stato inconcepibile: insieme all'immobile bisogna vendere un vero e proprio stile di vita.
È questa la vera rivoluzione dell'architettura moderna, non sulla carta o pura filosofia ma già in essere, tradotta sul campo e commercializzata. Ecosostenibilità, domotica e ricorso alle energie alternative vanno bene ma a patto siano declinate in ambienti esclusivi, recuperati con cura certosina per farne luoghi unici, ritrovo di un'elité che non vuole vicini di casa ma persone con cui condividere un percorso di vita.
E così se nel medioevo si abbandonavano le città per cercare scampo da pestilenze e invasioni, oppure più semplicemente perché in una comunità dove gli scambi commerciali erano difficili recuperare il rapporto diretto con la terra significava poter contare su una fonte di sostentamento sicura, nell'era di internet e del villaggio globale chi sceglie di abbandonare le metropoli lo fa perché non ne può più di una vita scandita da ritmi estenuanti.
I nemici moderni sono infatti lo smog, il traffico, il senso d'insicurezza, il grigiore della vita quotidiana.
Ma se lasciarsi del tutto alle spalle la città rischia di tradursi in una scelta fin troppo radicale, rinunciando agli affari e alla professione, la giusta soluzione può essere quella di viverla in maniera intelligente, sfruttandola per le occasioni che propone, salvo poi chiamarsi fuori dai suoi ritmi infernali.
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