mercoledì 21 aprile 2010

I nativi digitali bruciano la Carta di Atene


di Daniela Paola Aglione

Massimo Di Felice è dottore in sociologia per l’Università La Sapienza (RM) e dottore in scienze della comunicazione per l'Università di S. Paulo (Brasile), dove svolge anche attività di ricerca e coordinatore del master Reti Digitali ed Eco-sostenibilità.
Coordina il centro di ricerca internazionale Atopos sull’impatto sociale delle tecnologie digitali.
Autore di numerosi saggi e articoli pubblicati in Europa e Brasile, coordina le collane Era digital per l'ed. Difusão e Atopos per Anna Blume.
Ultime pubblicazioni Do Publico para as redes (2008) e Paisagens Pòs-urbanas, O fim da experiência urbana e as formas comunicativas de habitar (2009), in arrivo in Italia e Portogallo.

I nativi digitali sono quelle persone nate in un momento storico in cui sono presenti i più moderni sistemi digitali, dal computer a internet, dagli MP3 ai telefoni cellulari, il tutto diffuso su larga scala, quindi accessibili. La combinazione essere umano + interfaces + territorio comportano una variazione del tipo di approccio tra l'individuo e le nuove geografie dell'abitare. Non sono più le pareti architettoniche a definire la dimensione abitativa, non sono solo le agorà o le strade a definire la movimentazione o la circoscrizione di un determinato luogo.

D'altro canto, i territori digitali consentono una conoscenza ed un senso di appartenenza al luogo che non ha precedenti. Le minoranze etniche hanno voce, la coscienza dei temi legati all'ambiente cresce di pari passo con la diffusione delle reti digitali, la circumnavigabilità del pianeta non conosce confini fisici....

Come stanno cambiando i processi di partecipazione nella costruzione delle città?
Sarà solo una cerchia ristretta a decidere le vocazioni di un territorio, oppure siamo agli inizi di un percorso partecipativo maggiormente democratico?

LEGGI TUTTA L'INTERVISTA A MASSIMO DI FELICE
SUL MAGAZINE HOUSE, LIVINGANDBUSINESS

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